Assistenza sociale e socio sanitaria
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L’ASSOCIAZIONE “C.S.I. DIALOGO” - A.P.S. (EX DIALOGO ONLUS) è stata formalmente costituita ad Aprilia, in provincia di Latina, nel dicembre del 2007 da un gruppo di volontari esperti di politiche sociali e tutela dei diritti sociali.
Le proprie iniziative sono finalizzate a promuovere attività di inclusione sociale e culturale al fine di favorire una corretta integrazione ed una vera inclusione di ogni persona, partendo dalle persone fragili, e prevenire e combattere il pregiudizio, la discriminazione ed il razzismo, ogni forma di esclusione sociale, anche attraverso il rafforzamento della conoscenza della cultura e dell’identità di tutti i popoli.
I nostri sforzi sono finalizzati al raggiungimento dell’obiettivo etico di “cittadinanza universale”, attraverso un approccio glocale, che parta dal locale per arrivare al globale.
Nel 2019 a marzo l’Associazione ha modificato il proprio statuto in base alla nuova Legge Nazionale Ets, diventando associazione di promozione sociale ed abbiamo potuto sostenere le nostre attività, sempre più specialistiche a favore dei minori di famiglie a basso reddito, proprio grazie al contributo annuale dei nostri associati.
L’ associazione è iscritta al Registro regionale dell’Associazionismo (APS). Gli scopi dell’associazione sono:
ATTIVITA’
“TUTTI INSIEME AL CENTRO FAMIGLIA”
Tra le nostre iniziative, l’Associazione da settembre 2016 offre assistenza socio-psico-educativa in particolare ai minori ed alle famiglie di Aprilia e dintorni, attraverso la costituzione di un Centro per la Famiglia, finalizzato all’integrazione ed inclusione delle nuove generazioni a rischio esclusione sociale, di sostegno al rapporto genitori-figli di nuclei familiari cd. fragili, in collegamento con le Istituzioni Pubbliche, Servizi sociali, Asl, Scuola, Altri Enti del Terzo Settore ed Associazionismo locale per costruire la "Comunità educante" con interventi di:
Il servizio è rivolto, in particolare a minori NAI, BES, DSA e DA.
Dal 2017, promuove il progetto “Ponti di parole” di didattica inclusiva e supporto socio-psico- educativo per minori stranieri ed italiani a rischio esclusione sociale che, da ottobre 2021 a seguito del finanziamento della Regione Lazio con il bando "Laboratori Educativi Outdoors", diventa "LA SCUOLA SOTTO L'ALBERO", proseguendo con le attività comunitarie in ottica di sviluppo delle potenzialità e abilità dei bambini, con la metodologia della pedagogia innovativa e della cd. Educazione Informale.
Secondo il modello di sviluppo adotatto con i nostri interventi, l’educazione e l’intervento educativo con finalità di riabilitazione sociale, non possono prescindere da un ideale di persona e quindi di relazionalità, poiché il continuum fenomenologico non consente di distinguere la relazione dalla persona.
Aiutare una persona, indipendentemente dalla sua età, a maturare ed a interagire con se stessa
e con la prossimità, vuol dire anche e soprattutto aiutarla a trasformarsi, riducendo o eliminando
blocchi, contraddizioni e paure proprie e della comunità di riferimento che
impediscono il conseguimento di determinati traguardi, il perseguimento di obiettivi
psicologici, relazionali, sociali, didattici e, perché no, anche politici, nell’accezione più ampia
possibile del termine.
Un obiettivo educativo ambizioso, dunque: quello di trasformare le persone e le comunità in
cui vivono, ri-orientandole verso la piena tutela dei diritti umani, restituendole alla propria integralità e pro-socialità, spingendo “normalità”, troppo spesso patologiche, verso la “sanità”
vera e propria.
L’intervento educativo non può e non deve essere neutro, ma consequenziale
a queste premesse: dev’essere fortemente connotato in senso etico e schierato contro le violazioni dei diritti umani, in tutte le vesti e sembianze che tali violazioni possono assumere, anche
al di là di maschere sociali.
Un intervento efficace, riconoscibile e legittimato deve poter parlare il linguaggio dell’interlocutore, vestirne i panni, senza però risultare manipolatorio, rifuggendo dalla direttività, da
impostazioni autoritarie che abbiano già pronte le risposte e che inducano passivizzazione:
l’educazione non può essere asservita a sistemi consolidati, né può correre il rischio di strumentalizzare persone e metodologie per assecondare una propria visione del mondo.
Per procedere lungo questo cammino, non privo di difficoltà, è necessario aprirsi a un’idea
olistica di educazione non direttiva e indiretta: informale, appunto, che superi filtri razionali
e convenzioni senza spaventare, puntando sull’alleanza e sulla complicità delle persone a
cui ci si rivolge, in un rapporto paritetico e bi-direzionale.
Un’idea di educazione e formazione che non si lasci ingabbiare dall’istituzione, ma che, per un contagio di fiducia e amorevolezza, trasporti persone, istituzioni e comunità verso il superamento di se stesse, aprendosi all’osmosi senza paura, puntando tutto sull’umanità e sconfiggendo ogni rischio di alienazione. L’educazione in quest’ottica e, nella fattispecie, l’educazione informale, non può fare a meno di essere rivoluzionaria.
L’intervento educativo e formativo si configura, quindi, come un rapporto intenso ma anche,
per certi versi, drammatico: si parte da certi presupposti per poterli cambiare, ci si muove entro
degli schemi che poi verranno messi in discussione, si entra in un campo per poterne uscire,
si agita una crisi per rivoluzionare l’esistente, educatore/formatore compreso.
Si decostruisce per poter ri-costruire...
Non si tratta semplicemente di adattare le persone al loro ambiente, ma di adattare adattando,
di cambiare e trasformare gli individui mentre si interviene sull’ambiente in cui essi devono
inserirsi, a partire dal loro agire e dalle loro esigenze, che vanno coniugate con quelle della
comunità.
Liberare energie e risorse a partire dalla profonda fiducia nella naturale propensione
delle persone “sane” ad agire in armonia e nell’interesse reciproco: Fromm ci ha avvisato
sulle differenze fra una “normalità” che consiste quasi sempre nella condivisione di diverse
patologie e una “sanità”, espressione di equilibrio, responsabilità e consapevolezza, da considerare come orizzonte di riferimento.
La “normalità” vede il prevalere di forme di anestesia sociale e individuale, oppure di alienate efficienze lavorative e tecnologiche, sempre più lontane dal confronto con se stessi, mentre nella “sanità” l’individuo si riconcilia con se stesso e ricerca l’Altro non in modo strumentale ed effimero ma come realizzazione di sé.
Il nostro obiettivo educativo ambizioso è quello di trasformare le persone e le comunità in
cui vivono, ri-orientandole verso la piena tutela dei diritti umani, restituendole alla propria integralità e pro-socialità, tutti insieme, nessuno escluso.
ALTRE ATTIVITA’
Dal 2017, è attivo il progetto di Alternanza Scuola-Lavoro per ragazzi BES e DSA dell’Istituto superiore Carlo e Nello Rosselli di Aprilia.
Dal 2021, con l'adesione al Banco Alimentare, l’associazione sostiene 40 famiglie a rischio povertà ed ha attivato anche un servizio di "Armadio solidale".
Inoltre, l’Associazione svolge:
I servizi sono erogati presso la sede di Via Cattaneo nr 4 in Aprilia, nei locali comunali del cd. Incubatore solidale Immigrazione.
PARTNERSHIP
Dal 2016, l’associazione è partner di RETE SCUOLE MIGRANTI sul tema della promozione della DIDATTICA INCLUSIVA, in collaborazione con UNIVERSITA’ DI ROMA TRE – facoltà di SCIENZE DELLA FORMAZIONE.
Sportello di Ascolto Mai Soli Con Ancescao – L’ Associazione, dalla data di adesione alla Associazione Nazionale Ancescao di settembre 2016, offre un servizio di supporto psicologico ad anziani fragili e Laboratori di rigenerazione sociale (arte e piccolo artigianato, educazione civica, orto sociale).
L’Associazione aderisce al Manifesto Nazionale “Recosol” a favore dei Comuni solidali.
L’ASSOCIAZIONE “C.S.I. DIALOGO” - A.P.S. (EX DIALOGO ONLUS) è stata formalmente costituita ad Aprilia, in provincia di Latina, nel dicembre del 2007 da un gruppo di volontari esperti di politiche sociali e tutela dei diritti sociali.
Le proprie iniziative sono finalizzate a promuovere attività di inclusione sociale e culturale al fine di favorire una corretta integrazione ed una vera inclusione di ogni persona, partendo dalle persone fragili, e prevenire e combattere il pregiudizio, la discriminazione ed il razzismo, ogni forma di esclusione sociale, anche attraverso il rafforzamento della conoscenza della cultura e dell’identità di tutti i popoli.
I nostri sforzi sono finalizzati al raggiungimento dell’obiettivo etico di “cittadinanza universale”, attraverso un approccio glocale, che parta dal locale per arrivare al globale.
Nel 2019 a marzo l’Associazione ha modificato il proprio statuto in base alla nuova Legge Nazionale Ets, diventando associazione di promozione sociale ed abbiamo potuto sostenere le nostre attività, sempre più specialistiche a favore dei minori di famiglie a basso reddito, proprio grazie al contributo annuale dei nostri associati.
L’ associazione è iscritta al Registro regionale dell’Associazionismo (APS). Gli scopi dell’associazione sono:
ATTIVITA’
“TUTTI INSIEME AL CENTRO FAMIGLIA”
Tra le nostre iniziative, l’Associazione da settembre 2016 offre assistenza socio-psico-educativa in particolare ai minori ed alle famiglie di Aprilia e dintorni, attraverso la costituzione di un Centro per la Famiglia, finalizzato all’integrazione ed inclusione delle nuove generazioni a rischio esclusione sociale, di sostegno al rapporto genitori-figli di nuclei familiari cd. fragili, in collegamento con le Istituzioni Pubbliche, Servizi sociali, Asl, Scuola, Altri Enti del Terzo Settore ed Associazionismo locale per costruire la "Comunità educante" con interventi di:
Il servizio è rivolto, in particolare a minori NAI, BES, DSA e DA.
Dal 2017, promuove il progetto “Ponti di parole” di didattica inclusiva e supporto socio-psico- educativo per minori stranieri ed italiani a rischio esclusione sociale che, da ottobre 2021 a seguito del finanziamento della Regione Lazio con il bando "Laboratori Educativi Outdoors", diventa "LA SCUOLA SOTTO L'ALBERO", proseguendo con le attività comunitarie in ottica di sviluppo delle potenzialità e abilità dei bambini, con la metodologia della pedagogia innovativa e della cd. Educazione Informale.
Secondo il modello di sviluppo adotatto con i nostri interventi, l’educazione e l’intervento educativo con finalità di riabilitazione sociale, non possono prescindere da un ideale di persona e quindi di relazionalità, poiché il continuum fenomenologico non consente di distinguere la relazione dalla persona.
Aiutare una persona, indipendentemente dalla sua età, a maturare ed a interagire con se stessa
e con la prossimità, vuol dire anche e soprattutto aiutarla a trasformarsi, riducendo o eliminando
blocchi, contraddizioni e paure proprie e della comunità di riferimento che
impediscono il conseguimento di determinati traguardi, il perseguimento di obiettivi
psicologici, relazionali, sociali, didattici e, perché no, anche politici, nell’accezione più ampia
possibile del termine.
Un obiettivo educativo ambizioso, dunque: quello di trasformare le persone e le comunità in
cui vivono, ri-orientandole verso la piena tutela dei diritti umani, restituendole alla propria integralità e pro-socialità, spingendo “normalità”, troppo spesso patologiche, verso la “sanità”
vera e propria.
L’intervento educativo non può e non deve essere neutro, ma consequenziale
a queste premesse: dev’essere fortemente connotato in senso etico e schierato contro le violazioni dei diritti umani, in tutte le vesti e sembianze che tali violazioni possono assumere, anche
al di là di maschere sociali.
Un intervento efficace, riconoscibile e legittimato deve poter parlare il linguaggio dell’interlocutore, vestirne i panni, senza però risultare manipolatorio, rifuggendo dalla direttività, da
impostazioni autoritarie che abbiano già pronte le risposte e che inducano passivizzazione:
l’educazione non può essere asservita a sistemi consolidati, né può correre il rischio di strumentalizzare persone e metodologie per assecondare una propria visione del mondo.
Per procedere lungo questo cammino, non privo di difficoltà, è necessario aprirsi a un’idea
olistica di educazione non direttiva e indiretta: informale, appunto, che superi filtri razionali
e convenzioni senza spaventare, puntando sull’alleanza e sulla complicità delle persone a
cui ci si rivolge, in un rapporto paritetico e bi-direzionale.
Un’idea di educazione e formazione che non si lasci ingabbiare dall’istituzione, ma che, per un contagio di fiducia e amorevolezza, trasporti persone, istituzioni e comunità verso il superamento di se stesse, aprendosi all’osmosi senza paura, puntando tutto sull’umanità e sconfiggendo ogni rischio di alienazione. L’educazione in quest’ottica e, nella fattispecie, l’educazione informale, non può fare a meno di essere rivoluzionaria.
L’intervento educativo e formativo si configura, quindi, come un rapporto intenso ma anche,
per certi versi, drammatico: si parte da certi presupposti per poterli cambiare, ci si muove entro
degli schemi che poi verranno messi in discussione, si entra in un campo per poterne uscire,
si agita una crisi per rivoluzionare l’esistente, educatore/formatore compreso.
Si decostruisce per poter ri-costruire...
Non si tratta semplicemente di adattare le persone al loro ambiente, ma di adattare adattando,
di cambiare e trasformare gli individui mentre si interviene sull’ambiente in cui essi devono
inserirsi, a partire dal loro agire e dalle loro esigenze, che vanno coniugate con quelle della
comunità.
Liberare energie e risorse a partire dalla profonda fiducia nella naturale propensione
delle persone “sane” ad agire in armonia e nell’interesse reciproco: Fromm ci ha avvisato
sulle differenze fra una “normalità” che consiste quasi sempre nella condivisione di diverse
patologie e una “sanità”, espressione di equilibrio, responsabilità e consapevolezza, da considerare come orizzonte di riferimento.
La “normalità” vede il prevalere di forme di anestesia sociale e individuale, oppure di alienate efficienze lavorative e tecnologiche, sempre più lontane dal confronto con se stessi, mentre nella “sanità” l’individuo si riconcilia con se stesso e ricerca l’Altro non in modo strumentale ed effimero ma come realizzazione di sé.
Il nostro obiettivo educativo ambizioso è quello di trasformare le persone e le comunità in
cui vivono, ri-orientandole verso la piena tutela dei diritti umani, restituendole alla propria integralità e pro-socialità, tutti insieme, nessuno escluso.
ALTRE ATTIVITA’
Dal 2017, è attivo il progetto di Alternanza Scuola-Lavoro per ragazzi BES e DSA dell’Istituto superiore Carlo e Nello Rosselli di Aprilia.
Dal 2021, con l'adesione al Banco Alimentare, l’associazione sostiene 40 famiglie a rischio povertà ed ha attivato anche un servizio di "Armadio solidale".
Inoltre, l’Associazione svolge:
I servizi sono erogati presso la sede di Via Cattaneo nr 4 in Aprilia, nei locali comunali del cd. Incubatore solidale Immigrazione.
PARTNERSHIP
Dal 2016, l’associazione è partner di RETE SCUOLE MIGRANTI sul tema della promozione della DIDATTICA INCLUSIVA, in collaborazione con UNIVERSITA’ DI ROMA TRE – facoltà di SCIENZE DELLA FORMAZIONE.
Sportello di Ascolto Mai Soli Con Ancescao – L’ Associazione, dalla data di adesione alla Associazione Nazionale Ancescao di settembre 2016, offre un servizio di supporto psicologico ad anziani fragili e Laboratori di rigenerazione sociale (arte e piccolo artigianato, educazione civica, orto sociale).
L’Associazione aderisce al Manifesto Nazionale “Recosol” a favore dei Comuni solidali.
APRILIA (LT)
CSI DIALOGO APS
Nasce ad Aprilia, in provincia di Latina, nel dic. del 2007 da un gruppo di volontari con il nome di "Dialogo onlus". Nel 2019 diventa APS con la denominazione di "Centro Sociale Integrato/Inclusivo Dialogo".Opera per promuovere l' inclusione ed i diritti con il motto "Tutti Insieme!Nessuno Escluso"
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